Trattamento basato sulla famiglia dei pazienti con Anoressia Nervosa
Il trattamento familiare dell'Anoressia Nervosa
Il contesto familiare è il substrato fertile, il contesto nodale come anche il palco elettivo per la manifestazione dell’anoressia (Ugazio, 1998). Inserito nel contesto terapeutico vero e proprio, diviene risorsa ed elemento ristrutturante il sintomo stesso in una prospettiva di diagnosi e cura. Uno dei punti nodali è il rapporto madre-bambino in prima istanza e, successivamente, la posizione relazionale/affettiva del padre circa le dinamiche specifiche del disturbo.
La terapia Sistemico-Familiare, e la sua variante in termini cognitivo-comportamentali ovvero la Family – Based – Treatment (FBT), sono da considerarsi, tecnicamente e strategicamente, gli approcci più indicati, poiché considerano la famiglia come lo sfondo e la cornice del paziente designato.
Salvador Minuchin (Minuchin, 1980) a tal proposito parla di “famiglia anoressica” e, per estensione, possiamo a nostra volta usare la variante di famiglia anoressizzante/famiglia anoressizzata, una duplice terminologia che sottolinea ed evidenzia come la famiglia, per il terapeuta, sia al centro dell’attenzione, e a sua volta il paziente designato sia contemporaneamente il portatore di un disturbo individuale e l’individuo che manifesta lo stile e le dinamiche di un sistema più complesso, ove tutti i soggetti sono loro malgrado, comunque partecipanti attivi ed attori di uno psicodramma familiare. Accogliere, osservare e valutare le relazioni e le relative azioni che intercorrono nella famiglia è centrale per il lavoro terapeutico con chi soffre di disturbi del comportamento alimentare.
Le principali guide internazionali considerano il trattamento basato sulla famiglia (FBT) l’intervento psicoterapico di prima scelta nella cura dell’anoressia nervosa.
L’FBT costituisce un modello d’intervento che integra diversi aspetti di matrice cognitivo-comportamentale con quelli dell’intervento sistemico-relazionale e del “clinical management”. L’approccio FBT individua nel sostegno alle funzioni genitoriali una priorità clinica imprescindibile per rimettere “in carreggiata” il periodo di vita del paziente con disturbi del comportamento alimentare.
Attraverso il lavoro psicoterapico, il paziente e il suo contesto familiare, sono aiutati a riattivare quei processi comunicativi e di regolazione personale e interpersonale.
Ispirato al Family Based Treatment, questo trattamento si articola in 10 incontri della durata circa di 90 minuti ognuno, con cadenza quindicinale, prevalentemente con i familiari e occasionalmente con la presenza del paziente.

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