Disturbo Ossessivo-compulsivo
Il Disturbo Ossessivo-compulsivo
Che cos’è il Disturbo Ossessivo Compulsivo?
Secondo il Manuale Diagnostico dei Disturbi Mentali (DSM-5), il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni.
La presenza di ossessioni e/o compulsioni genera nell’individuo una marcata sofferenza, implica un notevole dispendio di tempo e compromette il funzionamento sociale e lavorativo, producendo gravi conseguenze in termini di costi esistenziali e di possibilità di realizzazione personale.
CHE COSA SONO LE OSSESSIONI?
Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti, vissuti generalmente dall’individuo come intrusivi e indesiderati. Sebbene il contenuto delle ossessioni sia eterogeneo e possa variare da individuo a individuo o, nel corso del tempo, nello stesso individuo, è possibile rintracciare alcuni temi ricorrenti nelle preoccupazioni ossessive: (1) il timore di contaminazione, cioè il timore di essere entrati in contatto con sostanze ritenute pericolose o disgustose; (2) il timore di aver provocato un danno (materiale, economico e/o emotivo) a sé o ad altri, a causa di una propria disattenzione o sbadataggine; (3) il timore che possano accadere eventi negativi a sé o ad altri se non si eseguono comportamenti volti a neutralizzare la possibilità che si verifichino, tipico delle ossessioni scaramantiche. Le ossessioni possono anche presentarsi nella forma di (4) pensieri, immagini o impulsi di far del male a persone care o a sé stessi pur non desiderandolo, come nelle ossessioni aggressive; (5) pensieri, fantasie o impulsi di natura sessuale nei confronti di parenti, bambini, animali o a contenuto omoerotico, che attivano nell’individuo eterosessuale il dubbio di poter essere un omosessuale latente; (6) pensieri a contenuto blasfemo come nelle ossessioni di tipo religioso. (7) Le ossessioni di tipo relazionale, invece, riguardano dubbi sul sentimento nei confronti del proprio partner. Esse possono presentarsi nella forma di pensieri, immagini, fantasie o impulsi sessuali nei confronti di persone diverse dal proprio partner, che attivano nell’individuo il dubbio ossessivo di non essere innamorato di quest’ultimo. Infine, (8) le ossessioni possono riguardare anche il bisogno di ordine e simmetria, innescato dalla sensazione che qualcosa non sia fatto proprio nel modo giusto (not just right experience; Coles, Heimberg, Frost et al., 2005).
Qualunque sia il contenuto, le ossessioni generano preoccupazione perché l’individuo si confronta con uno scenario/evento minaccioso, temuto e vissuto come inaccettabile. La ricerca empirica però ha ripetutamente dimostrato che pensieri con lo stesso contenuto di quelli ossessivi sono frequenti anche tra individui non affetti dal disturbo (es. Abramowitz et al., 2003). Ciò suggerisce che la differenza non sia di natura qualitativa ma risieda nella drammaticità con cui sono vissuti e nella credibilità attribuita a tali pensieri, fattori che intensificano il disagio esperito.
CHE COSA SONO LE COMPULSIONI?
Le compulsioni sono comportamenti osservabili o azioni mentali che l’individuo si sente costretto a compiere in risposta a un’ossessione. Si configurano come tentativi di soluzione, in quanto sono messi in atto allo scopo di prevenire l’evento o la situazione temuta e a prevenire o ridurre l’ansia o il disagio. Le compulsioni più tipicamente osservate sono le compulsioni di controllo, es. controllo del rubinetto del gas o dei documenti al lavoro, le compulsioni di lavaggio delle mani o di altre parti del corpo, le compulsioni di ordine e simmetria, es. allineamento di libri, o i rituali mentali, come la sostituzione di pensieri negativi con “pensieri positivi” o la ripetizione di “frasi protettive”. Altri tentativi di soluzione possono includere l’evitamento della situazione temuta, le richieste di rassicurazione alle persone vicine e la ruminazione, una strategia basata sull’immaginare eventi futuri o ripercorre mentalmente gli eventi già accaduti per assicurarsi che l’evento temuto non si possa verificare o non si sia effettivamente verificato. I tentativi di soluzione al problema posto dalle ossessioni spesso hanno un effetto controproducente e paradossale, e finiscono per esacerbare e mantenere il problema stesso.
L’osservazione clinica e la ricerca empirica rivelano che le compulsioni rappresentano un tentativo di prevenire o neutralizzare l’esperienza della colpa, ossia l’esperienza di essere giudicati, o di apparire ai propri stessi occhi, come persone immorali, cattive o pericolose (Mancini, 2016). Ad esempio, ricontrollare ripetutamente il rubinetto del gas sembra essere un comportamento finalizzato a prevenire il timore che per colpa della propria sbadataggine si possa verificare una devastante esplosione di gas con morti e feriti. Diversi studi evidenziano che la propensione alla colpa sia significativamente associata alla gravità della sintomatologia ossessiva, e che riducendo il senso di responsabilità percepito nella determinazione di un evento minaccioso, decresce anche la preoccupazione e l’urgenza di eseguire i rituali di controllo. Similmente, i risultati di alcuni studi suggeriscono che l’incremento del senso di responsabilità e del timore di commettere errori induce anche in soggetti non affetti dal disturbo comportamenti simil-ossessivi, come esitazioni, controlli ripetuti e prolungati, incertezza e ansia.
Gli individui affetti dal disturbo ossessivo-compulsivo, dunque, mostrano un’elevata sensibilità al tema della colpa e tendono ad aspettarsi di essere condannati duramente, in modo sprezzante e aggressivo, per i loro errori. Tale aspettativa è frequentemente il frutto di un’educazione particolarmente severa, connotata da punizioni spesso imprevedibili, rimproveri colpevolizzanti oppure dall’uso dell’interruzione del rapporto come forma di punizione – che spesso si risolve senza né un esplicito perdono né una chiara procedura di riconciliazione – tutti elementi che generalmente possono essere rintracciati nella storia delle persone che soffrono di questo disturbo.
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